giovedì 17 gennaio 2019

Casa Pound a Sesto San Giovanni

Alla fine, dopo una storia fatta di deportazioni, una storia operaia, una storia da Medaglia d’oro al valor militare della Resistenza, Casa Pound viene introdotta nel consesso delle forze politiche aventi il diritto di esercitare agibilità politica a Sesto San Giovanni.
È proprio vero: senza memoria non c’è altro che questo futuro. Ma proviamo a ragionare, è la politica di alcuni partiti (che oggi si ergono a paladini antifascisti e difensori della democrazia) ad averci condotti sino a questo punto?
Che cosa intendiamo con “la politica di alcuni partiti”? Una politica interna che è stata contro i bisogni  e le aspirazioni di vasti strati popolari. Una politica estera che si è caratterizzata per un filo – atlantismo pedissequo e servile, tanto da risultare spessissimo causa di danni significativi per il Paese.
Per la politica interna vale la pena di ricordare la soppressione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, un colpo inferto alla democrazia, impedendole di rimanere (almeno in parte) all’interno dei luoghi di lavoro, rendendo i lavoratori più deboli, indifesi, ricattabili, insomma in balia dell’arbitrio e del sopruso, in una condizione simile a quella in cui erano durante il fascismo. L’abbattimento di questo pilastro tanto importante per i lavoratori, è stato però preceduto dalla odiata “Legge Fornero”, la quale in modo criminale ha prodotto centinaia di migliaia di esodati senza reddito. Quanto c’è di “democratico” e “antifascista” in queste leggi che hanno colpito duramente i lavoratori, persino quelli che hanno iniziato a lavorare ancora minorenni, o la cui attività ha comportato una usura psicofisica della quale non si è voluto minimamente tener conto? Ed oggi è paradossale pensare ad una “campagna contro l’odio”, i cui cantori sono proprio coloro che queste leggi hanno scritto e promulgato.
Circa la politica estera rimandiamo a quanto è già stato scritto e pubblicato sul blog del Comitato Contro la Guerra Milano, a proposito di ben noti esponenti del PD, delle loro simpatie, delle loro azioni e delle loro contraddizioni. Difficile comprendere come si riesca ad essere contro i filonazisti del governo ucraino e al tempo stesso stare dalla parte dell’Unione Europea che sta costruendo un trattato d’amicizia con quel governo.
Alla fine dei conti è difficile non vedere tutto questo. Non la manifestazione antifascista di Como, né la cosiddetta “Legge Fiano”, rivolta ai fascisti, hanno potuto arrestare quella deriva a destra favorita ed accompagnata dalla politica antipopolare che proprio questi “paladini antifascisti” hanno praticato. Il responso elettorale ha indicato come milioni di voti siano migrati verso altri lidi. Nel presidio che si terrà a Sesto San Giovanni in piazza della Resistenza, venerdì 18 gennaio, sappiamo che molti saranno i sinceri antifascisti, in quel presidio ci saranno anche quelli dell’antifascismo di maniera, magari anche“dirigenti politici”. Costoro stanno ingannando gli antifascisti in buona fede, i quali non dovrebbero mai dimenticare che a sdoganare i cosiddetti “ragazzi di Salò” sono stati proprio personaggi come Violante e Napolitano.
Dopo averne discusso, abbiamo concluso che, come altri, non daremo l’adesione a questo presidio che, ci sia consentito, non avremmo definito, come è stato fatto, una festa: festa di che?